Il mio rapporto con lo specchio non è mai stato dei migliori, motivo per cui mi son sempre rifiutato di averne uno in camera.
In età adolescenziale ho sempre odiato tutto ciò che potesse dare un’immagine riflessa di me, che potesse appunto essere uno specchio, i primissimi cellulari con fotocamera integrata, o un’immagine distorta riflessa anche su di una finestra.
Questo mio rifiuto, mi ha portato anche ad avere un’avversione con foto, filmati che mi ritraevano, e mi ha privato di ricordi, che familiari e amici di tanto in tanto possono rispolverare con vecchie foto, ridendoci su, mentre io in quelle foto non ci sono mai…ed ero sempre quello dietro l’obiettivo che guardava gli altri sorridere felici, mentre io portavo il mio malessere interiore, nascosto dietro una macchina fotografica.
Ricorderò sempre un aneddoto un po’ triste, legato ad una cosa che facevo spesso per mortificarmi, poiché l’obesità spesso ci porta ad autodistruggerci interiormente, e davanti allo specchio mi dicevo:
“Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più obeso del reame?” “Ma Emanuele, naturalmente…”
…ed odiavo sempre più quella mia immagine riflessa che mi denigrava. Alla fin fine, diciamocelo francamente, una persona che non si piace, perché obesa o sottopeso, non si guarderà mai allo specchio, se non con abiti che ci coprono al meglio, per mascherare le nostre imperfezioni.
Ma era qui che mi sbagliavo…
Nel corso degli anni, ho iniziato ad acquisire fiducia in me stesso, e una mattina, finalmente davanti allo specchio, mi guardo e apro gli occhi, rendendomi conto della mia situazione attuale.
Afferro i miei rotolini tra le mani e dico tra me e me…
“questi devono sparire”.
In quel momento, non è che abbia preso consapevolezza del mio essere obeso, anche perché già sapevo di esserlo, e me lo ripetevo e ripetevano in continuazione, ma ho acquisito fiducia in me stesso, e una volta affrontata la paura di vedermi riflesso, ho capito che ce la potevo fare, e che era arrivato il tempo del mio cambiamento.
Era una calda estate del 2013, era il momento del mio Basta!
Da lì in poi, iniziato il mio percorso alimentare, tutte le mattine, ho iniziato a guardarmi allo specchio e settimanalmente mi scattavo foto, in cerca di visibili migliorie, ma i risultati tardavano ad arrivare.
NEVER GIVE UP!
Era la frase che ripetevo sempre davanti allo specchio, e anche la galleria di foto, che racchiudeva i miei cambiamenti allo specchio, era stata rinominata così. Dopo un mese, finalmente ho iniziato a vedermi meglio, e lo specchio che prima odiavo tanto, ora era diventato un mio amico silenzioso, un compagno di viaggio che mi ha aiutato in questo percorso. Da strumento di mortificazione, a strumento di gratificazione!
Non nego che ancora oggi, lo specchio mi aiuta tanto. E’ quell’amico silenzioso, che è li ad osservarmi, con il quale spesso ci parlo (e diciamoci la verità, chi di noi non ha mai parlato davanti allo specchio?), che mi da soddisfazioni, quando dopo mesi di attività fisica intensa ti mostra quel muscoletto sepolto che non sapevi neanche di avere, ma che sa anche riportarti con i piedi per terra, quando magari dopo un periodo di festività, si mette su qualche chiletto, e ti dice che è il momento di fermarsi e di rimettersi in forma. Sia prima, che dopo, non abbiate paura di guardarvi, di vedere chi siete, e di proiettare la vostra immagine nel futuro, per capire, cosa possiate diventare. Piangerci addosso, ripeterci più volte che non ci piacciamo, che vorremmo essere come il belloccio di turno, che è inutile provarci perché tanto non cambierà nulla…
È SBAGLIATO!
Ricordiamoci che non siamo noi ad essere sbagliati, ma l’autocritica che facciamo a noi stessi.
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