top of page
  • Immagine del redattore: Dott.Emanuele Di Domenico
    Dott.Emanuele Di Domenico
  • 23 feb 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Molti sono i dubbi amletici che da anni perseguitano l’uomo dall’inizio della propria esistenza, ma un dubbio ricorrente per chi vuole iniziare ad intraprendere un percorso di dimagrimento è sempre lo stesso: Qual è la miglior fonte di carboidrati? Meglio mangiare la pasta o il riso?

Questo dubbio che attanaglia il novizio della dieta, lo porta nel 60% dei casi ad evitare di eliminare pasta e riso dalla dieta, poiché non conoscendone i benefici e non sapendo quale preferire, li scarta entrambi. Vediamo se ha senso l’esclusione di questi carboidrati iniziandone a capire la composizione nutrizionale:


100g di pasta di semola = 353Kcal

100g di riso = 332Kcal Se ci limitiamo al solo punto di vista calorico, i valori sono uguali, forse il riso passa in vantaggio di un punto, ma 21Kcal sono davvero così significative per la scelta? Conosciamo meglio questi alimenti.

Riso: tanti colori ma stesse proprietà


Il riso lo conosciamo in versione integrale, nero, rosso, bianco e chi più ne ha più ne metta. E’ un cereale coltivato in risaie, una volta raccolto viene lasciato essiccare. Il tempo di conservazione può rendere il chicco più resistente alla cottura, ulteriori lavorazioni come la “sbramatura” e lo “sbiancamento” permettono di avere un chicco bianco, “brillato”. Più è intensa la lavorazione, maggiore sarà la perdita di elementi nutritivi, primi fra tutti la fibra.

Proprietà importante del riso, è che essendo privo di gliadina è un alimento adatto a chi soffre di celiachia, quindi adatto per una dieta senza glutine.


Pasta, un alimento fobico che spesso si associa a Basta.


La pasta è l’alimento fobico per eccellenza. Quando si inizia un percorso dietetico, si tende ad eliminare pasta e pane. Ma cosa scaturisce questa fobia? Cos’è la pasta?

Pane e pasta hanno entrambi un elemento in comune, farina proveniente da grano duro, e si differenziano poiché il pane è un alimento idratato, la pasta viene lasciata ad essiccare. Mettendo a confronto pasta e riso si notano pro e contro dell’uno e dell’altro. Da un punto di vista nutrizionale, abbiamo già visto che nelle stesse quantità, conferiscono lo stesso apporto calorico, ma variano molto in macronutrienti. La pasta di semola si presenta più proteica del riso, e se consideriamo la pasta integrale, presenta ancor meno carboidrati, più proteine e più fibre. Il riso presenta più carboidrati rispetto la pasta, ma spesso chi si mette a dieta predilige il riso alla pasta non considerandolo quasi un carboidrato.


In conclusione, per dimagrire meglio riso o pasta?


La risposta è…vanno bene entrambi e l’uno non esclude l’altro.

Partendo dalla premessa che non esiste un alimento che faccia ingrassare, né tantomeno uno che ci faccia dimagrire, è la contestualizzazione dell’alimento che contribuisce alla variazione di peso in negativo o in positivo.

Pasta o riso, indifferentemente servono ad apportare energia all’organismo ed in una dieta ben bilanciata, che varia da soggetto a soggetto, devono essere presenti per almeno il 55% del fabbisogno quotidiano.


Vanno diversificati sulla base di patologie, ad es. celiachia e diabete, oppure nel caso in cui si pratichi sport, ma in ogni caso bisogna mangiarli entrambi, senza dimenticare, che esistono anche altre fonti di carboidrati da poter abbinare ad una dieta ben bilanciata, come ad es. patate, pane, farro, orzo e chi più ne ha più ne metta.

Quindi, stop al maltrattamento di pasta e riso, e si ai carboidrati, e il nostro cervello ci ringrazierà!

  • Immagine del redattore: Dott.Emanuele Di Domenico
    Dott.Emanuele Di Domenico
  • 16 nov 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Avocado, grasso ma buono!

Tra i numerosissimi frutti esotici e non, giunti presso i nostri mercati, è impossibile non conoscere e non citare l’Avocado.

Il frutto, proveniente dall’America Centrale, i cui primissimi utilizzi legati all’uomo, risalgono addirittura ai tempi degli Aztechi, nel 7000 a.C., si presenta con una colorazione verde scuro e con una scorza molto resistente, ma una volta tagliato longitudinalmente e rimosso il grande nocciolo interno, la polpa si mostra ricca e cremosa per il suo elevato contenuto di grassi. Ma questo frutto è famoso solo per i suoi grassi?



Caratteristiche e valori nutrizionali


Dal punto di vista nutrizionale, è un frutto molto particolare e a differenza della frutta fresca, l’avocado non contiene molti carboidrati e zuccheri, ma la presenza di lipidi lo rendono un frutto molto calorico, circa 160Kcal per 100g di prodotto.


Carboidrati: 9g su 100g di prodotto

Proteine: 2g su 100g di prodotto

Lipidi: 15g per 100g di prodotto


Numerosi sono i benefici dell’avocado:

· E’ un’ottima fonte di magnesio e potassio, ed essendo povero di sodio, è indicato nelle diete di pazienti con ipertensione o per gli sportivi, come fonte di recupero dovuto da una intensa attività fisica.

· E’ ricco di folati, e ciò lo rende un candidato ideale da utilizzare durante la gravidanza.

· E’ ricco di acidi grassi ed omega3, rendendolo un alimento cardioprotettivo, utile a combattere il colesterolo LDL alto, conosciuto anche come colesterolo cattivo.

· E’ ricco di fibre, aiutando al ripristino della regolarità intestinale.


“Avocado del diavolo”, quando evitarlo?


Numerosissimi sono i benefici, ma non è tutto oro quello che luccica e vi sono condizioni in cui l’avocado dovrebbe essere evitato.

· Sovrappeso e obesità: L’avocado è ricco di acido oleico omega 6, lo stesso grasso contenuto nell’olio extravergine d’oliva. Una dieta mediterranea a base di olio d’oliva come condimento, non si presta bene ad accogliere anche il grasso contenuto nell’avocado, soprattutto se si parla di un regime ipocalorico

· Durante l’allattamento: l’avocado potrebbe creare controindicazioni alle ghiandole mammarie e influire sulla produzione di latte.

· Intolleranza al lattice: l’avocado potrebbe provocare reazioni allergiche.


Buono si, ma come e quando mangiarlo?


L’avocado non sopporta la cottura, cuocendo o portato ad elevate temperature diventa amaro, e di conseguenza va aggiunto ai piatti solo al termine della preparazione o consumato crudo.

Personalmente, mi sono accostato all’avocado, durante un mio recente viaggio in Messico, apprezzandolo sottoforma della famosissima salsa Guacamole, una purea di avocado con pomodoro, peperoncino, lime, coriandolo e olio, che in Messico viene servita con le tortillas di mais….e non solo. Ma non è necessario recarsi soltanto in Messico, per poter gustare dell’avocado, ma le sue caratteristiche, lo rendono un frutto molto duttile, da poter utilizzare a colazione, pranzo o anche come spuntino.

Essendo identificato come alimento lipidico, è opportuno abbinarlo a una fonte di carboidrati e di proteine.


A colazione, è possibile abbinarlo con:

  • Toast di pane integrale con avocado e uovo;

  • Yogurt greco con salsa di avocado e muesli;

  • Smoothie (polpa di avocado frullata e latte) con fette biscottate e miele.

  • Toast dolce con avocado e banana


A pranzo o a cena, si abbina moltissimo alle insalate fresche ricche di verdure di stagione o con i legumi. Nell’ultimo periodo, è diventata famosissima la poke bowl, con una base di riso bianco (carboidrati), a cui vengono aggiunti pesce crudo (proteine), verdure e l’immancabile avocado.

Blog: Blog2
bottom of page